La Bottega Verde

Bottega Verde di Sandro MorriconiDopo il "Club delle fattorie" nasce l'impresa più clamorosa: "Bottega Verde". Per la prima volta vengono offerti alimenti e cosmetici "naturali". Viene aperta un'erboristeria a Pienza nelle antiche scuderie di Palazzo Gonzaga (e c'è ancora) e viene pubblicato anche per questa attività un catalogo di vendita per corrispondenza.

Il successo è enorme. La formula viene messa a punto in tutti i suoi dettagli e venduta a un gruppo di Biella specializzato nel settore, che non è un settore facile perché richiede tecniche di marketing sofisticate e una struttura informatica molto complessa. Pochi si rendono conto di quanti problemi ci siano dietro la spedizione di un catalogo e la gestione degli ordini, e lo dimostra anche il fatto che molte grandi aziende del settore hanno chiuso o si trovano in difficoltà. La crescita di "Bottega Verde" è così clamorosa che diventa anch'essa oggetto di tesi di laurea e inchieste sulle riviste di marketing.

"Bottega Verde" conquista in breve tempo tre milioni di clienti, apre cento negozi monomarca e fattura in un anno 250 miliardi di vecchie lire. "Bottega Verde" diventa una istituzione, gli uffici postali sono intasati dai pacchi con il logo che Sandro Morriconi disegnò personalmente con i trasferibili e inserì in una cornicetta liberty ripresa da un vecchio libro di grafica fine '800.

Sandro Morriconi ha lavorato come consulente e testimonial per dieci anni, oggi firma ancora i cataloghi (che sono diventati milioni ogni mese) e continua a gestire l'erboristeria di Pienza, che usa come laboratorio per sperimentare nuove formule, realizzando un minicentro commerciale dedicato alle novità della bellezza e del benessere, aggiungendo ai cosmetici altri articoli che il pubblico improvvisamente sta cominciando a richiedere: incensi orientali, saponi artigianali impastati con fiori e frutta ed essiccati al sole, candele profumate. A pensarci bene, queste mode si spiegano facilmente e si inseriscono in un contesto molto articolato dell'evoluzione sociale.

Ma il problema sta nel capirlo prima che succeda. Ed è questo il nostro lavoro. Tastare il polso del pubblico, per sapere cosa chiederà domani.