Il giornalismo

Sandro Morriconi GiornalistaSandro Morriconi ha cominciato a Roma le sue esperienze nel campo della comunicazione. Ha fatto il giornalista scrivendo migliaia di articoli e girando più volte il mondo, quando girare il mondo era difficile. Ha cominciato con i giornali studenteschi, pubblicando con gli amici un periodico intitolato "Il Cavolo a merenda" che si ricorda ancora oggi per i clamorosi sfottò ai professori.

A 16 anni diventò corrispondente provinciale del quotidiano "Il Tempo", e fu una splendida esperienza. La redazione province del giornale di Angiolillo diventò un vivaio di giornalisti di classe, sotto la guida di Egidio Sterpa che sarebbe poi diventato senatore liberale. In quegli anni Morriconi era corrispondente da Teramo e Gianni Letta da Avezzano.

Poi Gianni Letta cominciò a sviluppare le sue riconosciute qualità di "eminenza grigia" e rapidamente diventò direttore. Di qualche anno più giovane, entrava poco dopo in redazione Bruno Vespa, corrispondente dall'Aquila, anche lui con una bella carriera davanti. Sandro, con l'istinto del battitore libero, fece l'inviato del quotidiano "Il Giorno" quando lo dirigeva Gaetano Baldacci, e al settimanale "L'Espresso" quando lo dirigeva Arrigo Benedetti e usciva ancora in formato lenzuolo. Erano gli anni delle prime grandi inchieste, dei primi scandali.

Si trovò per caso a Belgrado quando Tito si staccò dal blocco orientale, e poco dopo in Algeria quando scoppiò la rivolta per l'indipendenza. Ne vennero fuori ovviamente articoli eccezionali, da una parte cominciava la crisi del comunismo ortodosso che riconosceva la supremazia di Mosca, dall'altra cominciava la fine del colonialismo. Dopo il giornalismo d'assalto, Sandro cominciò a occuparsi di cinema, seguì la lavorazione dei film di Sergio Leone (di cui era assistente alla regia Tonino Valerii, anche lui di Teramo e compagno di scuola).

Poi seguì Fellini, con la "dolce vita"e le risse in via Veneto. E quando Gigino Muzi (rimasto celebre per questa intuizione) gli regalò una Super Ikonta, cominciò a fotografare i suoi personaggi. E scoprì che fotografare era più divertente ma soprattutto molto più redditizio. Dal cinema passò alla foto di moda, un campo ricco di possibilità, in quegli anni '60 che segnarono la nascita del made in Italy.

 

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